Storia dell'Arrampicata Sportiva

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Il 5 luglio 1985 i più abili scalatori si diedero appuntamento in Valle Stretta, a Bardonecchia, per dirimere definitivamente la questione: chi fosse il più forte in parete, in un confronto che annullasse il rischio per esaltare la difficoltà. Nacque quel giorno l’Arrampicata Sportiva, con le sue regole, i suoi sistemi di valutazione, le gare e i confronti.

L’anno successivo ad Arco prendeva vita la manifestazione che in breve sarebbe diventata cult, il RockMaster. La gare furono trasmesse in 7 paesi e furono seguite dal vivo da 10.000 persone.

Non male per uno sport che non aveva ancora compiuto un anno di vita! Contemporaneamente in Francia, a Vaulx‐en‐Velin, un sobborgo di Lione, si teneva la prima gara indoor, gettando così le basi per un rapido sviluppo anche lontano dalle montagne. Contrariamente a quello che si crede l’Arrampicata Sportiva è un prodotto made in Italy.

Autori della vincente intuizione di Bardonecchia furono l’architetto Andrea Mellano e il giornalista Emanuele Cassarà. Il primo, sulla scia del successo iniziale, nel 1987 divenne presidente della nascente Federazione Arrampicata Sportiva Italiana

pdf Atto Costitutivo FASI

Dopo pochi anni FASI otteneva il riconoscimento del CONI

pdf Riconoscimento FASI CONI

Al momento della sua formazione la Federazione poteva contare poche centinaia d’iscritti, ma un padre nobile: Riccardo Cassin, tessera n. 1.
L’Arrampicata ci ha messo poco tempo ad imporsi come moda e come stile di vita; uno stile mutuato dall’alpinismo e declinato in ambito (e con gusto) prettamente sportivo. Le arrampicate, che si svolgono sempre in assoluta sicurezza, hanno come scopo quello di arrivare più in alto su itinerari sempre più difficili. Perché la base di questa disciplina è il confronto, diretto, appassionato, fino all’ultima presa, con se stessi e con gli altri.


Nel 2007, dopo 22 anni dalla prima gara di Bardonecchia, nasce la Federazione Internazionale (IFSC), anche in questo caso sotto l’egida italiana, infatti a presiedere l’istituzione che al momento della sua comparsa raccoglieva circa 50 membri, viene chiamato il piemontese Marco Scolaris. Lo stesso anno l’IFSC è riconosciuta in via provvisoria dal CIO.

A Vancouver, in occasione delle Olimpiadi invernali, c’è stato il riconoscimento definitivo che ha aperto le porte all'inserimento di questa disciplina nella short list degli sport in predicato di entrare nel programma olimpico delle Olimpiadi 2020. La decisione al riguardo sarà presa soltanto nel 2013. Attualmente fanno parte dell’IFSC 74 federazioni nazionali, in rappresentanza dei 5 continenti.

L’Arrampicata è in crescita, nel mondo ed in Italia.


La F.A.S.I., sotto la presidenza di Ariano Amici (in carica dal 2001), ha conosciuto un boom di tesseramento. Nel 2010 ha raggiunto i 15.000 tesserati e circa 200 società sportive. Il prossimo obiettivo è il riconoscimento, da parte del CONI, dello status di Federazione Sportiva Nazionale. Nel frattempo i primi mesi del 2011 la Federazione ha ottenuto il riconoscimento da parte del CIP di Disciplina sportiva paralimpica.

pdf Riconoscimento FASI CIP


Da alcuni anni, in base ad un protocollo d’intesa CONI e Ministero della pubblica Istruzione, l’arrampicata entra a far parte del programma di “alfabetizzazione motoria“ delle scuole primarie. Si riconosce definitivamente il valore educativo di quello che è sempre stato il primo gioco per ogni bambino: arrampicare.

Cos'è l'Arrampicata Sportiva

Viene definita Arrampicata Sportiva la disciplina sportiva individuale che consiste nell'arrampicata naturale (cioè senza l'ausilio di mezzi artificiali utilizzati per la progressione) a scopo agonistico, amatoriale e di educazione motoria, svolta sia su pareti naturali o artificiali lungo itinerari controllati dalla base, sia su blocchi opportunamente attrezzati.


La protezione con la corda e rinvii in parete (falesia o artificiale) è obbligatoria e deve rispondere a regole di assoluta sicurezza per l'incolumità dei praticanti. Nell’attività sui blocchi, la cui altezza non deve superare quella stabilita dalle norme internazionali, la sicurezza deve essere garantita da materassi para cadute, posti alla base dei singoli tracciati.


I limiti di sviluppo in altezza degli itinerari attrezzati tracciati in parete, sia in gara che in allenamento e per la didattica, sono definiti dalla possibilità di assicurazione dell'atleta, amatore o allievo, da parte di un assistente (compagno o istruttore) che ha il compito di controllarne la progressione rimanendo alla base della parete sia nella arrampicata da primo di cordata (corda dal basso) sia in quella in moulinette (corda dall'alto). Ai fini didattici e di allenamento, è ammessa l'assicurazione con recupero diretto dall'alto limitatamente al termine del primo tiro di corda come definito al punto seguente.


Lo sviluppo del tiro di corda unico è vincolato alla lunghezza standard delle corde per arrampicata sportiva esistenti in commercio e omologate; tale lunghezza deve comunque sempre consentire la calata con assicurazione dal basso oppure la calata in doppia per una sola lunghezza.


Ogni itinerario in parete dovrà offrire, nel caso della progressione da primo di cordata, tutti gli ancoraggi di protezione - placchette e catene - in posto, in modo da permettere all'atleta l'aggancio della corda di sicurezza mediante i rinvii. La distanza tra gli ancoraggi fissati alla parete (sia essa naturale o artificiale) deve essere tale da non consentire, nella progressione da primo di cordata, cadute libere di lunghezza maggiore di quelle previste per l'omologazione dei percorsi di gara.


Ai fini delle prestazioni sportive e della attività amatoriale e didattica, le condizioni relative all'ambiente e alla quota devono essere ininfluenti.
L'attrezzatura degli itinerari tracciati sulle pareti per l'arrampicata sportiva deve avvenire prevalentemente dall'alto, ove questo non fosse possibile è ammessa l'attrezzatura dal basso secondo i criteri di sicurezza dell'arrampicata sportiva.


Tutte le altre forme di arrampicata oltre il primo tiro di corda, comunque definite e praticate, anche se svolte su itinerari attrezzati con i criteri dell'arrampicata sportiva (cioè preventivamente protetti), non rientrano nelle finalità e nelle competenze della F.A.S.I. ed altrettanto ne' sono esclusi quegli itinerari, anche monotiri attrezzati che richiedono un approccio ed una esperienza tecnico-alpinistica.

La finalità della F.A.S.I.

La Federazione Arrampicata Sportiva Italiana è un'associazione apolitica e aconfessionale, che in Italia coordina e organizza l’attività didattica, agonistica ed amatoriale dell’Arrampicata Sportiva praticata sulla roccia e su apposite strutture nelle diverse discipline della Difficoltà, Bouldering e Velocità ed è costituita dalle Società o Associazioni che nell’ambito delle regole del dilettantismo e senza fini di lucro, ne propagano l’idea e ne realizzano gli scopi.

Le categorie

L'attività sportiva è suddivisa nelle seguenti categorie:

Preagonistica

  • Under 8 promozionale

Agonistica

  • Under 10
  • Under 12
  • Under 14
  • Under 16
  • Under 18
  • Under 20
  • Senior

Para e Special Climbing