Dopo quasi 20 anni che sono approdato al mondo dell’Arrampicata è con profonda tristezza che mi accingo a scrivere queste mie considerazioni.
Il motivo per cui da Insegnante di Educazione Fisica mi sono avvicinato a questo mondo è stato, fra le altre cose, il grande valore educativo di questa disciplina in tutti i suoi aspetti, atletici e morali.
Il massimo rispetto che trovo sempre fra gli atleti, anche di altissimo livello, è un grande valore di questo sport.
Proprio a Ferrara nell’ultima Coppa Italia di Boulder si sono visti atleti che in finale avevano già finito la prova, incitare i propri avversari che chiudendo il Blocco li avrebbero superati, è questo lo considero come il massimo della “cultura sportiva”
Quindi non posso accettare che certi individui rischino di rovinare tutto questo.
Quello che è successo a Bologna domenica scorsa lo ritengo un bruttissimo segnale di decadenza anche nel nostro sport.
Persone che, dimostrando una grande ignoranza dei regolamenti, hanno il coraggio di attaccare personalmente i giudici e la federazione per un errore di un atleta la ritengo una cosa imperdonabile.
Inoltre che un genitore si permetta di scrivere sui social parole estremamente offensive riportando anche il cognome e nome dei giudici e attaccando la Federazione per il livello delle competizioni è una cosa intollerabile.
Al di là delle note legali, che sia la Federazione che i Giudici stanno valutando, ritengo che le frasi farneticanti postate dimostrino oltre alla completa ignoranza dei regolamenti, l’assoluta mancanza di cultura sportiva e siano assolutamente da censurare.
Per questo motivo ritengo doveroso rinnovare la mia assoluta stima e solidarietà nei confronti dei giudici di domenica a Bologna che ritengo abbiano condotto la gara nell’assoluto rispetto del regolamento senza il ben che minimo dubbio in quanto le false partenze vengono rilevate automaticamente dal sistema elettronico quindi non esiste neanche la possibilità di una errata interpretazione del regolamento.
Stima che comunque rinnoverei nei confronti di qualsiasi giudice anche se fosse stato commesso un errore da parte sua.
Aldo Reggi
Presidente Comitato FASI Emilia Romagna